Approfondimenti

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Fonti Storiche

Sebbene il nome di “termini” sia il più comune, tuttavia questo torrente conserva ancora altre varie denominazioni che gli sono state storicamente attribuite, anche se oggi vengono usate più di rado.

In un diploma di Federico III d’Aragona del 1324 viene chiamato fiume di “Plati”, avendo forse preso questo nome dalla foresta di Plati di Castroreale; ma, secondo il ricercatore di notizie storiche, Andrea Zanghì di Rodi, questo termine deriverebbe dal greco “platòs” col significato di “accessibile”, proprio perchè, a parer suo, il fiume nel passato sarebbe stato navigabile almeno fino a Porto Salvo. Comune ancora oggi è il nome di “Patri'” che, secondo Filippo Rossitto, storico municipale Barcellonese del secolo scorso, sarebbe una corruzione dialettale di “Platì”.

Contrada Sullaria

Oltre alle varie connotazioni cui ha dato spunto il Torrente “Termini”, molti altri toponimi si prestano all’indagine ed alla ricostruzione della storia del territorio di Terme Vigliatore, a tal uopo molto interessante si rivela la contrada Sullaria. Questo toponimo è ritenuto da più parti una corruzione dialettale di Solaria.

Il termine “Solaria” appare citato per la prima volta in una sentenza emessa dal re normanno Ruggero II° e sta a denominare una terra appartenente al Demanio Regio dell’antica Piana di Milazzo; compare anche in date successive in altri documenti regi della cancelleria sia Normanna sia Sveva.

Policna o Artemisia

Potrebbe essere invece verosimile collocare nell’antico territorio di Terme Vigliatore quella Policna o Artemisia nei pressi di Mylai (Milazzo) che Cesare conquistò prima della battaglia del Nauloco, combattuta contro Sesto Pompeo nel 36 a.C..

Della conquista di questa vetusta città, già fiorente centro della produzione metallurgica nel periodo greco-arcaico e più volte citata dalle fonti storiche, riferisce anche Appiano Alessandrino nel suo De Bello Civile. Questi nel menzionare la Policna, la riporta addirittura come il centro di produzione delle “vacche del Sole” ed il luogo in cui avvenne il sogno di Ulisse.

San Giovanni lo Spetale

San Giovanni l’ospedale (in dialetto lo Spetale) è situato sulla riva sinistra del torrente “Termini”, subito dopo il ponte di “Rasta” nelle vicinanze delle Rocche di Marro.

Si è concordi nel collegare l’origine del toponimo a quella concessione di terre poste nell’antico Piano Mylatii che Federico, Re di Sicilia, con un diploma del 1208 fece al Priorato dei Cavalieri di San Giovanni gerosolimitano dell’Ospedale di Messina; la denominazione rimasta immutata dopo secoli, confermerebbe l’identificazione di una di queste terre con l’attuale contrada.

Maceo

II sito di Maceo, il cui etimo deriverebbe dai greco “machè” che significa battaglia, viene citato per la prima volta dal Maurolico nel 1562 col nome latino di Macheum; la presenza nel luogo di un albergo del secolo XVI, come riferisce lo storico Filippo Rossitto, fa presupporre che esso fosse già popolato.

Origine del Toponimo

II toponimo “Vigliatore”, a mio avviso di stretta derivazione latina, starebbe a palesare che nel secolo XVI’ la zona era guarnita di una di quelle torri di avvistamento che il Vicereame spagnolo fece edificare, come fortificazioni vigilate in allineamento distanziato lungo i litorali aperti, a salvaguardia delle scorrerie dei pirati turchi.

Pagina aggiornata il 22/08/2024

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